A cura di Alessandro Bergonzi, Financial Markets Content Specialist di Investing.com
Gli Stati Uniti si apprestano ad affrontare le elezioni più divisive della loro storia, caratterizzate da toni mai così aspri.
L’esito, altamente incerto, rischia di sconvolgere non solo gli equilibri della prima democrazia dell’era moderna ma anche quelli dell’intero pianeta, con Cina e Russia alla finestra.
Tuttavia, quando si parla di mercati finanziari, la storia insegna che, per quanto importante, è sbagliato programmare gli investimenti di lungo periodo in base all’esito di un voto.
Il test: i mercati vanno meglio con democratici o repubblicani?
Gli analisti di Morningstar hanno ipotizzato di investire 1.000 dollari a partire dal 1953 quando un presidente democratico era in carica. In base all’esperimento, il capitale è stato venduto ogni volta che un repubblicano ha preso il suo posto e reinvestito con il ritorno in carica di un dem. Ovviamente è stato fatto anche il test inverso.
La prima strategia, con le somme investite solo durante governi democratici, ha prodotto un capitale pari a 62.000 dollari. La strategia opposta ha invece prodotto un risultato di soli 27.000 dollari.
Vince chi rimane investito
Un bel divario certo, ma nulla in confronto a chi in oltre 70 anni ha avuto la lungimiranza (e la fortuna) di lasciare i suoi 1.000 dollari investiti per tutto il tempo, non agendo in base alle preferenze politiche. In questo caso, il ritorno complessivo sarebbe stato pari a 1,69 milioni di dollari.
Settori e asset favoriti in base ai programmi elettorali
Certamente, stando ai programmi elettorali, ci sono settori potenzialmente favoriti o sfavoriti in base a chi trionferà alle urne.
Un Trump bis potrebbe dare slancio alle aziende dell’energia, in particolare a quelle dei combustibili fossili, ma anche buona parte del mondo finanziario vedrebbe di buon occhio i tagli alle tasse promesse dal Tycoon.
Al contrario, in caso di vittoria di Harris i settori più promettenti dovrebbero essere quelli legati alle energie rinnovabili e al clima. Senza dimenticare l’healthcare e l’industria farmaceutica, che gioverebbero di una maggiore spesa pubblica per la sanità.
C’è poi il caso del Bitcoin, forse l’asset che si è dimostrato più sensibile all’esito elettorale, oscillando insieme ai sondaggi dopo che Trump ha manifestato apertamente il proprio entusiasmo nei confronti delle criptovalute.
Il fallito attentato dello scorso 13 luglio ha fatto salire le possibilità di vittoria del leader dei repubblicani e così la quotazione della criptovaluta, ma nei giorni successivi, la candidatura di Kamala Harris ha riequilibrato la partita, aumentando la volatilità del Bitcoin.
Infine, guardano al campo valutario, una vittoria di Trump potrebbe essere più vantaggiosa per il dollaro, soprattutto se il nuovo presidente dovesse aumentare i dazi non soltanto sui prodotti cinesi ma anche su quelli europei.
Guardare ai propri obiettivi senza temere la volatilità
In ogni caso, come dimostra il test di Bloomberg, ma anche sulla base di un pensiero razionale, quello con cui ogni investitore dovrebbe affrontare i mercati, la verità è che si rimane nel campo delle ipotesi. Se incerto è l’esito del voto e i pronostici, soprattutto nelle ultime elezioni Usa, vengono spesso smentiti, figuriamoci quanto possa essere sicuro investire oggi in base all’andamento che potrebbe prendere il mercato nei prossimi 4 anni.
Il contesto macroeconomico è in continuo mutamento, tra eventi naturali, sociali e geopolitici inaspettati, e i mercati tendono ad adeguarsi ai nuovi scenari.
Ciò che devono fare gli investitori, soprattutto chi ha una prospettiva di lungo periodo, è valutare ogni asset da più punti di vista, considerando che quello che conta di più è il proprio. Perché nessuno può conoscere meglio di noi i nostri obiettivi, esigenze e disponibilità. È sulla base di questi elementi che occorre effettuare la pianificazione finanziaria personale, senza lasciarsi spaventare dall’aumento momentaneo della volatilità e affidandosi ai consigli di un esperto qualora non si possiedano le conoscenze necessarie per investire.
Perché, in fondo, per quanto siano importanti, è difficile che le elezioni americane ci condizionino il futuro più delle nostre decisioni finanziarie.
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